IN ATTESA DELLO SPIRITO

Cari Amici di S. Alberto, cari Amici della Croce,
fra pochi giorni, in comunione con tutta la Chiesa, celebreremo la Solennità di Pentecoste.
Ci siamo preparati per ben 50 giorni, l’ampiezza del tempo pasquale, a questa festa.
Perché?
Perché se nel contesto dell’anno liturgico la celebrazione del Natale del Signore assume una particolare importanza, in quanto ricordo del mistero dell’Incarnazione del Verbo, come pure la celebrazione della S. Pasqua, ricorda il mistero della Redenzione operata da Cristo attraverso l’offerta della sua vita sulla croce in espiazione dei peccati del mondo e la sua gloriosa risurrezione espressione palese della sua vittoria sul peccato e sulla morte, la celebrazione della Pentecoste ricorda l’effusione dello Spirito Santo sulla chiesa nascente, e riattualizza questo mistero di grazia nei confronti della Chiesa pellegrinante nel corso dei secoli, in cammino verso il regno dei cieli.
Se è importante celebrare la Pentecoste, ancora più importante è viverla bene.
Per questo è necessario, prima di tutto, riconoscere con gratitudine i momenti significativi della nostra vita in cui abbiamo ricevuto lo Spirito Santo: il giorno del nostro Battesimo, della nostra prima Comunione, il giorno della Cresima. E poi tutte le volte in cui abbiamo partecipato consapevolmente alla celebrazione dei sacramenti della fede, ogniqualvolta ci siamo posti in ascolto della Parola di Dio, quando abbiamo aperto il nostro cuore alla preghiera, quando ci siamo impegnati in un servizio di carità disinteressato.
Prendiamo coscienza che lo Spirito Santo è presente nella nostra vita ed agisce in vista della nostra santificazione.
La Pentecoste ci offre una particolare opportunità per disporre il nostro cuore ad una accoglienza rinnovata nei confronti dello Spirito Santo, a permettergli di operare liberamente nel nostro cuore, secondo gli imperscrutabili disegni di Dio.
Dobbiamo imparare ad assecondare lo Spirito, ad obbedire alle sue ispirazioni, a consentire che lui preghi in noi.
S. Paolo ci ricorda che: “non sappiamo, infatti, come pregare in modo conveniente, ma lo Spirito stesso intercede con gemiti inesprimibili; e colui che scruta i cuori sa che cosa desidera lo Spirito, perché egli intercede per i santi secondo i disegni di Dio” (Rm, 8,26s).
Impariamo ad assecondare la misteriosa ed incessante preghiera che lo Spirito Santo eleva dalla profondità del nostro essere, al Padre, perché il suo disegno di salvezza si realizzi pienamente nella nostra vita come in quella di tutte le persone di buona volontà.
Gesù, proprio sotto l’azione dello Spirito, ha lodato il Padre perché ha tenuti nascosti i misteri del regno dei cieli agli intelligenti ed ai sapienti, e li ha rivelati ai piccoli (cf. Mt. 11,25), analogamente ha affermato che se non diventeremo come bambini non entreremo nel regno dei cieli, (cf. Mt. 18,3).
Alla luce di questi insegnamenti possiamo inferire che se non ci facciamo piccoli, umili e semplici, ben difficilmente conosceremo lo Spirito Santo e ci lasceremo guidare da lui.
è questo l’augurio che rivolgo a me e a tutti voi in occasione della prossima Pentecoste: che non pretendiamo di comprendere, di afferrare lo Spirito, ma che ci lasciamo afferrare da lui e, senza timore, gli consegniamo il timone della nostra vita, perché solo lui conosce bene la meta e la rotta più appropriata per raggiungerla.
Con affetto, a tutti auguro una Santa Pentecoste.
P. Felice Traversa m.d.

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